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MARGORABBIA
Il torrente Margorabbia, affluente di sinistra del fiume Tresa, nasce in Valganna, circondato da modesti rilievi che non raggiungono i 1200 m. Dopo pochi chilometri, il torrente si getta nel lago di Ganna, del quale è anche emissario. Subito dopo attraversa il lago di Ghirla, sempre con direzione S-N. Dopo il centro abitato di Ghirla il Margorabbia piega verso ovest; lambito Cunardo, il torrente si inabissa, in prossimità del Ponte Nativo, in un complesso sistema di grotte, chiamate Pont Niv, Antro dei Morti, Grotte di Villa Radaelli e Grotte del Traforo.
Il torrente riemerge in prossimità di Ferrera, incassato tra forre e pendii molto ripidi; poco dopo si è ormai in Valcuvia e il corso d'acqua muta ancora direzione, scorrendo stavolta verso NO in una valle larga e senza asperità. Dopo aver sfiorato Mesenzana e Grantola, bagna le frazioni montegrinesi di Molino d'Anna, Riviera e Cucco, per gettarsi nel Tresa in prossimità di Germignaga.
Il torrente ha molti affluenti: tra quelli di sinistra i più importanti sono i torrenti Rancina, Boesio e Gesone; tra quelli di destra Boggione, Lisascora e Grantorella. Il Margorabbia, oggi un tranquillo corso d'acqua, nei secoli scorsi e fino agli inizi del Novecento era un torrente impetuoso e turbolento, sempre capace di tenere in apprensione le popolazioni della valle, come ampiamente testimoniato dalla cronache della stampa, che con impressionante frequenza riferiscono di devastanti alluvioni, di ponti travolti dalla furia incontenibile delle acque, di strade interrotte dai detriti trasportati dal Margorabbia e dai suoi affluenti, tra i quali si distinguevano per particolare pericolosità i torrenti Gesone e Grantorella.
Nei secoli scorsi e in parte fino al XX, gli abitanti hanno sfruttato la forza delle acque creando lungo il corso del torrente (o avvalendosi di opportune deviazioni) numerosi magli, molini e opifici.
(fotografia di Cesare Rivolta)